Scritto da Carlo Gallo, Alessio Totaro
Con Carlo Gallo
Produzione Teatro della Maruca
“Il Personaggio più irriverente della cultura popolare calabrese”



Il nuovo esilarante spettacolo dell’attore calabrese Carlo Gallo e di Alessio Totaro, per un pubblico di tutte le età. Le avventure di Giufà in uno spettacolo tutto da ridere. Un ragazzino furbo e credulone, onesto e disonesto, triste e allegro, credente e miscredente che si caccia spesso nei guai, ma riesce quasi sempre a uscirne illeso, spesso involontariamente. Giufà fa sorridere, con le sue incredibili storie di sfortuna, sciocchezza e saggezza. Giufà incarna il ribelle alle convenzioni sociali, il burlone che si fa gioco di tutto e di tutti, che irride l’autorità, la paura, la morte stessa; e in questa incontenibile, clownesca provocazione sta forse l’effetto catartico delle sue storie.
Carlo Gallo e Alessio Totaro, attori diplomati all’Accademia d’Arte Drammatica di Udine, rielaborano le avventure di GIUFÀ o Ğuhâ o Jugale, il celebre personaggio dei racconti orali arabi poi riadottato dalla cultura popolare calabrese e siciliana, in uno spettacolo scoppiettante. Sullo sfondo un grande lenzuolo bianco a ricordare i panni stesi nei quartieri popolari del sud Italia, tirato sullo scheletro incerto di un’amaca che talvolta diventa piazza, nave, spiaggia, chiesa, terrazzo e cucina e che ritorna infine a fare da specchio all’eterno oziare di Giufà. Ma chi è veramente Giufà? Giufà è un ragazzino furbo e credulone, onesto e disonesto, triste e allegro, povero e ricco, credente e miscredente che si caccia spesso nei guai, ma che riesce quasi sempre a uscirne illeso, spesso involontariamente. Tra lazzi della Commedia dell’Arte, clownerie, colpi di avanspettacolo e giochi di mimo si susseguono quattro incredibili storie di sfortuna, sciocchezza e saggezza: “Giufà cerca lavoro”, “Giufà e il tale della scommessa”, “Giufà e l’otre” e “Giufà e la statua di gesso”.Capita a chiunque di comportarsi a volte saggiamente e altre stoltamente, perché stolto è il comportamento di chi affronta in modo inadeguato una situazione inattesa creando disagio. È invece saggio chi, di fronte ad una difficoltà, fa ricorso alla fantasia per trovare soluzioni nuove e in armonia con l’ambiente, cosi da non danneggiare se stesso o gli altri. Giufà dunque ci insegna che gli esseri umani non si dividono in categorie opposte: gli stolti e i saggi. Attraverso l’apparente leggerezza di questi racconti il popolo poteva esprimere, con la potenza del sarcasmo e dell’ironia, il proprio dissenso verso le classi sociali più abbienti che sfruttavano i poveri. È qui che Giufà incarna il ribelle alle convenzioni sociali, il burlone che si fa gioco di tutto e di tutti, che irride l’autorità, la paura, la morte stessa; e in questa sua incontenibile, clawnesca provocazione sta forse l’effetto catartico delle sue storie.