Giovedì 14 dicembre – Auditorium SALA VERSACE Ce.Dir Reggio Calabria 
Matinée Ore 10.00 – Serale Ore 21.00

Liberamente tratto dal romanzo “L’Uomo è Forte” di Corrado Alvaro
Regia Americo Melchionda
Con Americo Melchionda, Maria Milasi, Gianfranco Quero, Andrea Puglisi, Kristina Mravcova, Letizia Trunfio
Adattamento Maria Milasi, Emanuele Milasi, Americo Melchionda
Scenografie Gabriele Lazzaro/Virginia Melis
Produzione Officine Jonike Arti

“Non ci apparteniamo più. Qualcosa ci ha invaso. Qualcuno è padrone di noi. Non materialmente, ma moralmente. Ha invaso i nostri sogni, i nostri pensieri, i nostri propositi e la nostra volontà”

Uno spettacolo che ha il coraggio di essere attuale poiché nato dalla rielaborazione riuscita ed onesta di un grande scrittore Corrado Alvaro  la cui opera travalica lo scorrere del tempo diventando, nella complessità del nostro periodo storico, inesorabilmente contemporanea e restituendo al teatro una delle sue funzioni primarie: porci delle domande, lasciarci dei dubbi, avvicinarci alla verità della natura umana destrutturandoci. Gli spettatori a fine spettacolo dovranno chiedersi: tutto questo forse potrebbe avvenire; forse in qualche luogo, in qualche tempo, è già accaduto; forse da qualche parte nel mondo sta accadendo adesso; forse ci siamo dentro ma non ce ne accorgiamo.

Nato con la sfida creativa di trasporre e adattare per il teatro lo straordinario romanzo “L’Uomo è

Forte” di Corrado Alvaro per molti, e a ragione, precursore di “1984” di George Orwell. L’innovazione di una nuova drammaturgia sostenuta da un’articolata e intensa interpretazione che diffonde, soprattutto tra le giovani generazioni, la sorprendente opera dello scrittore calabrese Corrado Alvaro. “L’Uomo è Forte” di Corrado Alvaro fu pubblicato nel 1938 da Bompiani dopo aver subito pressioni da parte della censura del regime fascista che oltre ad imporre il cambio del titolo (il titolo originale avrebbe dovuto essere “Paura sul mondo”) e il taglio di circa venti pagine, fece inserire una premessa che specificasse che la vicenda era ambientata in Russia. Ma quello che i censori del tempo non avevano capito era che il romanzo di Corrado Alvaro, anche se scritto dopo un suo viaggio nella Russia Sovietica e apparentemente ambientato in quel contesto, era frutto di una sua profonda riflessione sulla condizione di oppressione e pressione psicologica a cui è esposta l’umanità in ogni luogo e tempo quando impera un regime totalitario. Si, perché l’ambientazione del romanzo, scaturita certamente dalle esperienze alvariane di quegli anni, aldilà di particolari che possono far pensare a riferimenti precisi di città e periodi storici, ci rimanda in realtà a ogni regime che ha funestato e funesta la storia degli uomini, perché in ogni pagina del romanzo L’uomo è Forte “corre un allarme, o peggio ancora un incubo, l’incombere di un pericolo, la persecuzione della libertà, una libertà che non è, si badi, il ‘privato’, ma il rapporto autentico, radicale, primigenio, con la vita”.

Sinossi

L’ingegnere Dale torna nel suo paese d’origine in cui si è consumata una lunga guerra civile. Vuole contribuire alla costruzione del “Nuovo Mondo”. Alla stazione viene accolto da Barbara, una vecchia amica di cui aveva perso le tracce che adesso lavora come tecnico in una fabbrica di apparecchi radio. Tra i due nasce una relazione consumata di nascosto, come fosse un frutto proibito. Nella città nuova lo spettro dei controrivoluzionari, dei “nemici del popolo”, si insinua nella vita quotidiana dei cittadini quasi come monito, alimentando tra la gente il sospetto reciproco. Intanto “l’arbitro della vita e della morte, padrone e sovrano, nato dalla sanguinosa rivoluzione”, senza mai apparire, domina i pensieri degli individui fino a destarne fascinose adulazioni e dipendenze, e disastrosi sensi di colpa. I suoi emissari, gli inquisitori, ne esercitano sottilmente il potere. In quel paese innominato non esiste vera libertà, persino i gesti più quotidiani si compiono con il disagio di poter essere colti in fallo, con l’incubo di essere ad ogni istante spiati, in strada,

attraverso le mura della propria dimora, nei rari momenti di intimità e soprattutto nei pensieri. Dale e Barbara, ormai divisi, capiscono troppo tardi di essere diventati le pedine di un potere onniveggente che muove le loro azioni. Non è il crimine ad indurre il sospetto, ma è la convinzione del sospetto che prima o poi genera il crimine. “Io lo so che cosa fanno dove non si ha nulla da temere: le donne pensano ai vestiti e …. Noi altri invece… Uno dopo l’altro la gente si stacca e cade come frutto maturo. Basterebbe restare soli senza aspettare nulla. E invece per delle sciocchezze si rischia la vita, per vedersi, incontrarsi… rischiare lavita per incontrarsi: questo è un fatto che non accadeva da tempo” “L’Uomo è Forte” è una storia d’amore oppressa dalla paura della colpa, dal sospetto reciproco, è anche la storia della natura umana che si mortifica e si annulla quando è permeata da ideologie dittatoriali e falsi credi, è l’annientamento dei sentimenti più puri governati da un potere totalitario che non pretende genericamente sottomissione e obbedienza, ma che aspira al dominio della sfera più intima delle persone, fino a plasmarne corpo, anima e coscienza.